venerdì 30 maggio 2014

Sublimation




Volevo esser un Buon Amico per Te,
senza pretese, senza servigi,
così come lo consideri Tu.
Ce l’ho messa tutta:
non hai capito.

Volevo almeno esser qualcosa per Te,
se non già un buon compagno,
almeno un piccol tot:
nemmeno questo
hai capito.

E poi il sordo
sono io, son sempre io
quel che non capisce mai niente!
Nemmeno la Dolcezza t’ha conquistata,
non la Spensieratezza, il Sarcasmo o la Gentilezza.

Or avanti devo andar,
non posso far diversamente
che cercar d’andar avanti senza Te,
cui assai aspiravo io così ardentemente,
quasi fossi il mio esclusivo Bene Supremo.

Non credo d’essermi sbagliato su di Te,
credo che Tu stessa abbia sbagliato
a scartarmi in quel modo lascivo.
Ho fatto tutto, ho fatto quanto
era in mio potere fare.

Non è bastato.

Non m’illudevo,
Tu t’illudevi su di me:
non hai capito nulla di me,
che sto dalla tua medesima parte.
Senza superbia e senza presunzione,

non hai proprio capito chi sono e cosa valgo.

Fa male cane ma proprio male da morire.
Or ciascun andrà per la sua strada:
Tu già lo facevi, non è una novità,
e io dovrò ricominciare
daccapo.

Tra noi non ci sono termini ma,
in questa valle di lacrime senza Te,
io avanti devo andar in qualche modo:
me l’hai insegnato Tu ch’ogni cosa finisce,
me l’hai insegnata Tu questa per me evitabile fine.

Se mi cercherai,
ci sarò se e quando vorrai.
Se mi cercherai, ci sarò se e quando potrò:
ora per Te ci sono, quest’è sicuro ma non ti basta,
poi sol Iddio saprà se sarà destino andar avanti insieme.

M’hai fatto male,
questo penso Tu lo sappia.
Fors’era per averti a mia volta
ferita senza mai volerti far del male ma
del Bene, perché a Te già ci tenevo e non capivi.

Perdonami davvero
se mal t’ho fatto quella volta,
dovuto avrei evitar ma credo nella Verità:
mostrartela volevo per farla sul falso prevalere
e prendermi cura di Te nel nome di quest’Autenticità.

Con queste poesie
ho archiviato il negativo,
ho sublimato la mia sofferenza
che m’hai causato senza un vero motivo
ma forse solo per ricatto, ignoranza o rancore.

Per questo perderti è un controsenso ed un peccato,
or ch’i pensier tutti ho trasformato in belli,
or ch’in Te immedesimato io mi sono
trasformando in Bello Tutto Quanto
aveva da ridire.

Nulla ho risolto
di fronte alla tua rigidità,
alla tua irremovibilità senza eguali:
tristemente e desolatamente ne prendo atto
ma, credimi, fa male da morire saperti da me divisa.

Crudeltà.


Poesia scritta il 29 maggio 2014

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