Volevo
esser un Buon Amico per Te,
senza
pretese, senza servigi,
così
come lo consideri Tu.
Ce
l’ho messa tutta:
non
hai capito.
Volevo
almeno esser qualcosa per Te,
se
non già un buon compagno,
almeno
un piccol tot:
nemmeno
questo
hai
capito.
E
poi il sordo
sono
io, son sempre io
quel
che non capisce mai niente!
Nemmeno
la Dolcezza t’ha conquistata,
non
la Spensieratezza, il Sarcasmo o la Gentilezza.
Or
avanti devo andar,
non
posso far diversamente
che
cercar d’andar avanti senza Te,
cui
assai aspiravo io così ardentemente,
quasi
fossi il mio esclusivo Bene Supremo.
Non
credo d’essermi sbagliato su di Te,
credo
che Tu stessa abbia sbagliato
a
scartarmi in quel modo lascivo.
Ho
fatto tutto, ho fatto quanto
era
in mio potere fare.
Non
è bastato.
Non
m’illudevo,
Tu
t’illudevi su di me:
non
hai capito nulla di me,
che
sto dalla tua medesima parte.
Senza
superbia e senza presunzione,
non
hai proprio capito chi sono e cosa valgo.
Fa male cane ma proprio male da morire.
Or
ciascun andrà per la sua strada:
Tu
già lo facevi, non è una novità,
e
io dovrò ricominciare
daccapo.
Tra
noi non ci sono termini ma,
in
questa valle di lacrime senza Te,
io
avanti devo andar in qualche modo:
me
l’hai insegnato Tu ch’ogni cosa finisce,
me
l’hai insegnata Tu questa per me evitabile fine.
Se
mi cercherai,
ci
sarò se e quando vorrai.
Se
mi cercherai, ci sarò se e quando potrò:
ora
per Te ci sono, quest’è sicuro ma non ti basta,
poi
sol Iddio saprà se sarà destino andar avanti insieme.
M’hai
fatto male,
questo
penso Tu lo sappia.
Fors’era
per averti a mia volta
ferita
senza mai volerti far del male ma
del
Bene, perché a Te già ci tenevo e non capivi.
Perdonami
davvero
se
mal t’ho fatto quella volta,
dovuto
avrei evitar ma credo nella Verità:
mostrartela
volevo per farla sul falso prevalere
e
prendermi cura di Te nel nome di quest’Autenticità.
Con
queste poesie
ho
archiviato il negativo,
ho
sublimato la mia sofferenza
che
m’hai causato senza un vero motivo
ma
forse solo per ricatto, ignoranza o rancore.
Per
questo perderti è un controsenso ed un peccato,
or
ch’i pensier tutti ho trasformato in belli,
or
ch’in Te immedesimato io mi sono
trasformando
in Bello Tutto Quanto
aveva
da ridire.
Nulla
ho risolto
di
fronte alla tua rigidità,
alla
tua irremovibilità senza eguali:
tristemente
e desolatamente ne prendo atto
ma,
credimi, fa male da morire saperti da me divisa.
Crudeltà.
Poesia
scritta il 29 maggio 2014
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