Vole’o
portarti a Parigi con me,
a Paris insiem a Te
vole’o andar,
je
voulais aller à Paris avec toi.
In
dieci scatole ti feci un regal:
in
ogni scatola con tanto di fiocco
un
bigliettino misi creato da me,
messo
io avevo una prenotazion
e
poi, dentro, un’altra confezion.
A
trovar ti divertivi
un
biglietto different
d’aereo,
navetta ed hotel,
mappa,
open-bus
e
biglietti metrò,
ed
alla fin un voucher
completo
fuori
saltò!
Tu
fosti sorpresa
ma
indecisa restasti,
io
il tempo di pensarci
a
Te invano lasciai.
Alloggiar
vole’o farti
in
un auberge
della
tua stazza,
con
gran vasca sospesa
nella
particolare stanza.
Tu
lo sapesti
ma
non fosti tentata
o
forse non con me:
ahimè!
E
Tu mi rispondesti
ch’à
Paris saresti
andata
con
il lui che t’ha lasciata,
il
lui ch’io non dove’o nominar:
quel
che d’avvertir ero io sì tentato
della
presenza mia’ssidua lì da Te
col
fracasso di tegami tanti
e
di pentol e cucchiai.
Sul
battello sur
la Seine
vole’o
con Te andar
e
con Te a lume di candela cenar
con
tanto di champagne
e
di Passion si
beaucoup.
E
costato mi sarebbe ‘na cifra però,
ma
mai come codesto mio soffrir
a
quindici zeri e virgola senza.
Al
Moulin
Rouge
vole’o
con Te andar
a
veder
la
Bohème:
ahimè!
La
Più Bella Bohème
l’avrei
avuta
accanto
a me!
Sulla
Tour
Eiffel
saliti sarem
con
l’ascensor je
suppose,
mai
vista t’ho far le scal
al
pian sesto dallo zer!
Al
Louvre
a veder
la
Joconde
e
sul bus panoramico andati sarem
e
pur alla Reggia di Versailles.
Era
Natal, la Città dell’Amor
a
festa illuminata
sarebb’essa stata:
la Ville des Lumières.
E
andam a Verona,
Città
dell’Amor, per Te,
per
Romeo
et Juliette
di
Shakespeare.
Accontentar
ti volli ma
Tu
in preda eri
a
malconcia frenesia:
una
bella giornata
comunque
passammo
e
mi facesti ‘na foto movìda
io
toccando di Giulietta
statuetta
la
fortunosa sua tetta.
«Oh
Romeo,
perché
sei tu Romeo?!?»
Un
vestito rosso Tu volesti comprar,
io
volli pagartelo come regal,
Tu
contenta eri e io pur,
contento
ero Tu fossi contenta,
di
farti felice,
Tu
non avessi remor.
Di
Veron un calendarietto
io
mi presi per l’anno novel
ch’altrettanto
fortunoso di quel
foss’esso
si
beaucoup.
Nella
fortunosa tabaccheria
col
Gratta & Vinci verso non ebbi
ma
d’animo io non mi perdetti
ché
“fortunati al gioco,
sfortunati’n
amor”
si
pensò.
Nella
via pedonal allor intravvidi
una
targhetta per la mia Principessa:
senza
che se n’accorgesse io entrai
e
furtivamente la comprai.
Poi
al parking
nella
toilette
io
entrai
pe’
scrive la dedica to
my Princess.
Ma
il pennarello era chinese
e
smise de scrive
la
dedica to
my Princess.
In
vettur accorti noi ci sarem
che
la targhetta era sbagliata,
al
principe dedicata essa era:
e
provvedetti nei successivi days.
Strada
facendo io ti chiesi
se
mi davi la Man,
il
broncio Tu avevi
e
saper non ne volesti
ma
eri Bella così.
E
sul cappotto tanti
ma
tanti pelucchi Tu avevi
ma
eri sempre Bella così.
Nemmen
a braccetto
Tu
volesti Tu ch’andammo
e
io ti dissi
ch’a
Verona s’era,
Città
dell’Amor:
«E
allor?!?»
«Vola
l’Amor!»,
allegro
ti dissi.
Aggiunsi
ch’è sordo
e
Tu sorridesti:
oh qual Splendor!!!
Oh qual Splendor
quel
tuo Sorriso
di
Beltà!!!
Oh
qual Splendor
di
Beltà!!!
Poi
al parking
si tornò
e
guidando io parlai
a
mò di monologo esterior
per
non far accidenti
mentr’io
fossi a guidar
e
Te ad “ascoltar”
le
desi’rate Labbra tue io leggendo.
E
Tu che mi guardavi
e
Tu che m’ascoltavi,
reduce
di siffatto mio dolor
per
una giornata si brev...
La
giornata fu brev
ma
Grande Gioia nel cor Tu mi lasciasti:
salutammo
così l’anno ensemble
passé,
a
Capodanno non ci sarem potuti veder.
Nemmen
volendo
mi
facesti gli auguri at
midnight
e
ci rimasi maluccio
ma
non disperai.
E
io, che voluto avevo
passar
con Te il Natal,
mi
ritrovai con i tuoi auguri
via
esse-emme-esse,
quasi
come fosse che
il
senso della festa
io
dato t’avessi
e
fui contento si
beaucoup.
A
Pasqua mandati te l’ebbi
ma
tornat’indietro
essi non
furon
e
ahimè
la
tua simpatic’amica rispose
per Te...
per Te...
Poesia
scritta il 3 maggio 2014
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