giovedì 27 agosto 2015

Come punte d'una stella




Cinquantacinque minuti
a cinquecentocinquantacinque giorni
senz’abbracciarti,
senz’accarezzarti
né baciarti.

Cinquantacinque minuti
a cinquecentocinquantacinque giorni
senz’a me stringerti,
senza io viverti
né sorriderti.

Quest’il tempo
che ci separa d’allor,
da quella Serata
tanto lontana
in cui ti dimostrai’l mio Amor.

Quest’il tempo
ad imbatterc’impiegato
a questo semaforo per caso,
non più ad un bivio,
mentr’innanzi a Te passavo.

Che cosa dir vorrà?
Fermati a me innanzi...!
Ricordati di me...!

E tu che m’augurasti,
in preda’l tuo rancor,
cinquecento ai miei cinquanta già
giorni d’agonia,
mentr’eri da me via...

Cinque come Shiva,
come del cosmo gli elementi,
cinque com’i sensi,
i miei sensi da Te affascinati,
sedotti e conquistati.

Cinque come punte d’una stella,
d’una stella come Te,
che cospargi
la tua polvere di stelle
nell’aria ch’io respiro.

Tu ci sei, s’allor io ti respiro.
Io ti vivo,
io a Te aspiro,
io ti sogno e ti rivoglio.
Ti desidero con me.


Poesia scritta il 6 agosto 2015

martedì 18 agosto 2015

Al gelo




Al gelo della notte che, com’uno specchio,
riflette ciò che sento, dentro di me un gelo,
da quand’il tuo Calor io più non avverto,
da quando più accanto a me io non ti sento
né più ho quel potenzial di star vicino a Te.

Al gelo del tuo Cuore, che m’hai Tu passato,
al gelo dentro Te, che raffredda il Cuore tuo,
fors’al rancor tuo ma di sicur alla freddezza,
alla freddezza del Cuor tuo freddo da gelare,
che richiama però il Calor che gli volevo dare.

Al gelo dentro me, alla paura grand’e viva,
di restar solo senza Te, come già son adesso,
alla solitudine mia, come di stanotte il gelo,
il qual già io sento afferrarmi dal didentro
da quand’il tuo Calor io più non ho con me.


Poesia scritta il 27 ottobre 2014

giovedì 13 agosto 2015

Umana armonia




Litigar è brutto,
accresce le distanze,
che poi sanar è arduo
senza fare dimostranze.

Se le persone fossero sol un po’ più miti
non avrebber mai bisogno di far le liti
ma i litigi esiston e pur son orribili
ché spesso si dicon cose indicibili.

Se le persone fossero sol un po’ più umili
non avrebbero bisogno di litigar per cose futili
e regnerebbe la Pace, cosa Più Bella a questo mondo,
senza che mai e poi mai si tratti di qualcosa d’immondo.

La Pace è Bella, dei viventi è l’Armonia
aiuta le persone a trovar la sintonia,
senza mai dar a nun malinconia
né nessun mandar in agonia.

L’unica cosa Bella dei litigi
è che poi si può far Pace senza servigi:
non succede sempre, umil bisogna saper essere
ma soprattutto una Gran Sincerità bisogna saper tessere.

Chi lo sa fare è una Persona da tenersi molto stretta
con la qual passar il tempo senza mai aver fretta,
con la qual confrontarsi come con se stessi
ma in troppi san evitar i compromessi:

pensa s’a Te vorresti fatta questa cosa
e subito t’accorgerai s’eccedi in qualche cosa,
in una richiesta o misur che pretendi per Te Stessa,
e poi di farla o men la tua Coscienza ti darà il permesso.

La Sincerità innanzitutto, non tanto con le parole,
quanto con gl’intenti per dir ciò che si vuole
senza mai crear con nessun una rottura
né mai ferire chi con Te si misura.


Poesia scritta il 10 dicembre 2014

lunedì 10 agosto 2015

Stella mia...




Fin da subito piaciuta Tu mi sei
ma due anni or sono, in questa notte,
pur con gli occhi miei di Te m’Innamoravo.

Fin da subito piaciuta Tu mi sei
anche se, in Te per credere davvero,
passar quest’uragano irrequieto ho io dovuto.

Geloso io non sono affatto
s’andata Tu avanti sei nella vita tua,
perché sol io ho per Te vissuto ‘sto calvario:

e soffrir consolida l’Amore,
lo rinsalda, irrobustisce, lo fortifica
così com’ho io fatto restandoti lontano.

Con i miei occhi solamente
ma non col cor, sempre sol a Te rivolto
perch’in Te credo in Sincer modo e Fedelmente

non meno
di quant’in me creda,
così come Tu di fare mi dicesti:

t’ho obbedito!
In parola t’ho io presa
com’un Fedel tuo soldatino

dopo il tuo avermi Guerra dichiarato,
mentr’a Te il mio Sincer Amore dichiarai
e che non ci saremmo persi Tu mi promettesti.

Stella mia, ch’il mio Sole sei,
esaudisci questo Sogno al qual io tengo
e ch’a Te chiedo in questa di sogni densa notte

e non sol d’istintivi passeggeri desideri
mentre la vit’avanza, mentr’il tempo passa,
ma Fedel assai io resto al creder nel mio Sogno

che sei Tu.


Poesia scritta il 10 agosto 2015

Nostalgia




Di San Lorenzo nostalgia,
vattene via;
allegria,
incamminati per la via
e vieni a casa mia.


Poesia scritta il 10 agosto 2014

sabato 8 agosto 2015

Oltre le apparenze




C’è chi è forte sempre dentro,
chi è dotato di fragilità.
C’è chi sorride sempre tanto
per nasconder vanità.
Perché dentro a sé poi soffre
ma non vuol darlo mai a veder.

C’è chi conosce la sua strada,
chi non sa quello che vuol.
C’è chi prende scorciatoie
per apparir quel che non è.
Perché la vita è complicata
ma c’è chi troppo sicura è di sé.

C’è chi parla come mangia,
chi si cura di sembrar.
C’è chi nessuno scrupolo mai avanza
proseguendo innanzi a sé.
E in un certo senso poi fa bene,
è una vincente strategia.

Di buon hai Tu sempre qualcosa,
pur s’una maschera Tu hai.
Legge prima, non giudicar Tu mai
per non venir Tu mal giudicata.
La gente straparla troppo e sempre,
il pregiudizio farsi amico sa.

La fragilità è la forza
di chi con tutto se stesso impegnarsi sa.
Ma l’ascoltar la coscienza nostra
è la nostra unica carta vincente.
E, se nella lotta perdiamo un metaforico dente,
guadagnato ci abbiamo in lealtà.

In Amore, in Amicizia, nel mondo,
poi sempre ne usciamo vincenti.
A volte vogliamo elevarci
e per questo ci occorre sembrar.
Per vanità non facciamolo mai,
giochiamo la nostra Lealtà.


Poesia scritta il 2 dicembre 2014

domenica 2 agosto 2015

Eravamo in due




Tu no,

non c’hai pensato,
e fin da subito m’hai incolpato,
colto l’ho dal tuo prender le distanze,
ma in due abbiamo noi costruito,
io da sol mai sarei riuscito:
eravamo in due,

Tu e io.

Due sponde noi eravamo,
un Ponte avevamo noi costruito,
lo stesso che poi Tu m’hai demolito
dopo tanto e tanto cercare mio,
dopo tanto e tanto tentare mio
ed avercela fatta,

invano.

Da sol mai fatta ce l’avrei,
gli uman rapporti di due son fatti,
in quanto tal in due si costruiscono:
è merito pur tuo se fatta ce l’avevo
prima che Tutto Quanto
Tu mi distruggessi.

Fa male, ma male per davvero.

Quel nostro piccol Grande Rapporto
sulla Mutual Gentilezza era fondato,
fondato era sulla Gentil Mutualità:
su noi due unicamente, Tu e io,
e su nessun altro era fondato.
Eravamo in due,

Tu e io.

A nulla son valse le tante lacrime versate
perché, sì, per Te ho pianto all’infinito.
A nulla è valso cercar di recuperare:
fa la durezza di cuor mal assai,
quella di testa ancor di più,
e capiti non ci siamo

più.

Nonostante del mondo tutte le lingue,
nonostante italiano parlassimo noi,
nonostante fossimo a due passi da noi:
quasi parlassimo un diverso linguaggio,
non hai più trovato in me un ingranaggio
e quel Ponte hai sotto i miei occhi demolito.

Tornerei

indietro, lo farei se potessi:
e forse tal grossolan e fatal errori
potremmo noi codesta volta evitare,
perché insieme abbiamo noi costruito
ed insieme abbiamo noi sbagliato.
Eravamo in due,

Tu e io.


Poesia scritta il 26 settembre 2014