Tu
no,
non
c’hai pensato,
e
fin da subito m’hai incolpato,
colto
l’ho dal tuo prender le distanze,
ma
in due abbiamo noi costruito,
io
da sol mai sarei riuscito:
eravamo
in due,
Tu
e io.
Due
sponde noi eravamo,
un
Ponte avevamo noi costruito,
lo
stesso che poi Tu m’hai demolito
dopo
tanto e tanto cercare mio,
dopo
tanto e tanto tentare mio
ed
avercela fatta,
invano.
Da
sol mai fatta ce l’avrei,
gli
uman rapporti di due son fatti,
in
quanto tal in due si costruiscono:
è
merito pur tuo se fatta ce l’avevo
prima
che Tutto Quanto
Tu
mi distruggessi.
Fa
male, ma male per davvero.
Quel nostro piccol Grande Rapporto
sulla
Mutual Gentilezza era fondato,
fondato
era sulla Gentil Mutualità:
su
noi due unicamente, Tu e io,
e
su nessun altro era fondato.
Eravamo
in due,
Tu
e io.
A nulla son valse le tante lacrime versate
perché,
sì, per Te ho pianto all’infinito.
A
nulla è valso cercar di recuperare:
fa
la durezza di cuor mal assai,
quella
di testa ancor di più,
e
capiti non ci siamo
più.
Nonostante
del mondo tutte le lingue,
nonostante
italiano parlassimo noi,
nonostante
fossimo a due passi da noi:
quasi
parlassimo un diverso linguaggio,
non
hai più trovato in me un ingranaggio
e
quel Ponte hai sotto i miei occhi demolito.
Tornerei
indietro,
lo farei se potessi:
e
forse tal grossolan e fatal errori
potremmo
noi codesta volta evitare,
perché
insieme abbiamo noi costruito
ed
insieme abbiamo noi sbagliato.
Eravamo
in due,
Tu
e io.
Poesia
scritta il 26 settembre 2014
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