giovedì 30 aprile 2015

Splendente - Buon Compleanno




Un anno che ti lasciai andare,
un anno che col tuo sgarro ti sei fatta Tu pensare
e, me inducendo a Te pensare,
fatta ti sei ma non lasciata da me amare.

Buon Compleanno,
ché Tu se non ci fossi
io non avrei gioito.

Buon Compleanno,
anche se Tu essendoci
assai mi fai soffrire.

Buon Compleanno,
seppur Tu non esistendo
per Te non soffrirei.

Ma Tu ci sei,
un mio miraggio Tu non sei,
e per Te soffrir la pena vale,
seppur la condanna che mi dai
sia la peggior immaginabile:

senza Te restare,
senza l’Incanto
che sol Tu sai darmi,
senza la Gioia,
quella Gioia che sei Tu.

Senza la Gioia
di festeggiarti ed onorarti
per il tuo Compleanno.

Ma pur la ricompensa
sarà la più Splendente immaginabile,
se sol vorrai con me risolvere,
e vorrei Tu lo volessi
più o meno ardentemente.

Per questo,
per Te soffrir la pena vale,
la Splendente Gioia vale
di Te abbracciar
ancor e nuovamente.

Un anno che ti lasciai andare,
un anno ch’io non ti dovrei pensare
ma col tuo sgarro indotto m’hai,
fatta ti sei ma non lasciata da me amare.

Buon Compleanno,
seppur io non essendoci
lodo quel giorno in cui sei nata.

Buon Compleanno,
com’una rosa Tu Bella sei
e, se Tu non esistessi,

il mondo sarebbe meno bello, di sicuro sol così
il mio mondo ha una seppur sola possibilità
d’essere Splendente insieme a Te.

Buon Compleanno.


Poesia scritta ad aprile 2015

mercoledì 29 aprile 2015

Di Ben e d'Amore - Di Pace




Un niente a me bastava
per star ben insieme a Te,
un niente ora mi basta
per star male
senza Te.

E mi chiedo che t’ho fatto
per quest’odio meritare,
sbollendo con il tempo
si riallaccian i rapporti,
i rancori accantonando:

si risolvono le liti,
si rinsaldano i pensieri
ma sembra Tu non riesca
a perdonare me d’amarti
di Ben e d’Amore,

di Pace.

Frustrante è constatare
che meno solidi rapporti
di quel che noi avevamo
riallacciati poi si sono,
mentre noi...

noi nemmeno più
abbracciati ci risiamo,
tantomeno salutati,
nemmeno più parlati
o negli occhi più guardati.

Il corpo e l’anima t’ho dato,
Tu lo sai, solamente Tu,
e fors’anch’è stato vano
se rancor io ottengo
dopo Tutto averti dato.

Non è
com’a quattr’occhi aver deciso
di non vederci più,
non è
com’esser ivi giunti insieme decidendo:

convinto io avrei Te
a restar accanto a me
o Tu convinto avresti me
a lasciarti andare via,
mentr’invece

d’accettar è la costrizione
d’un malinteso il frutto.
E io ne risento,
della tua’ssenza oltremodo io risento,
e tutto questo sol perché

la tua Magica Presenza era il mio Mondo
di Ben e d’Amore,
di Pace,
senz’il qual, per me,
Vita più non c’è.


Poesia scritta il 27 aprile 2015

domenica 26 aprile 2015

Il guanto




Detesto codesta solitudine,
che tra il martello mi lascia e l’incudine
di questa vita mia ora vuota
mentre qui attorno a me ogni cosa ruota
com’un vortice in sintonia,
mentre nella vita mia regna monotonia.

Uscirne io vorrei, non è per niente facile,
mi sento in quest’ivi alquanto gracile,
mentr’in quest’ove io mi vedo sì da solo,
senza mai riuscir a prender il volo
dopo codesto colpaccio che non ci voleva
ma che nonostante tutto mi eleva.

Fors’è il senso di Tutto Quanto,
mentr’io tocco ogni cosa con un guanto,
incapace d’afferrarla, farla mia,
così come quando sprigionavo io energia,
ma avanti vado, sempr’avanti,
sperando ch’i tuoi rancor divengano irrilevanti.


Poesia scritta il 16 dicembre 2014

sabato 25 aprile 2015

Ogni dì sempre di festa




Ed enorme nostalgia m’assale
quand’in giro fiori vedo,
non avendo io nessuna
cui donarne con il cor
come io con Te facevo
ogni dì sempre di festa
e poi anche sempr’allegro
perché su questa Terra c’eri Tu.


Poesia scritta il 24 dicembre 2014

mercoledì 22 aprile 2015

Eri Tu




«A domani»:
era bello quando me lo dicevi,
era bello quando me lo scrivevi:
come sarebbe stato
il domani non sapevo
ma dentro me sentivo
che c’era qualcuno pronto
ad affrontarlo insieme a me,
aiutandomi ad affrontare l’oggi:
eri Tu.

Rimpiango il periodo in cui
ogni settimana qualcuno
mi diceva o scriveva «A domani»:
eri Tu,
eri Tu che me lo dicevi o scrivevi
con quell’Entusiasmo senza eguali,
Entusiasmo che non c’è più
e ch’ora è sol un Ricordo
lontano da me sempre più...

Mi sentivo Qualcuno,
perché eri Tu che mi sostenevi,
eri Tu,
facendomi viver Momenti Belli,
Momenti Favolosi.
Quelli accanto a Te,
lasciandoti sostenere
e sostenendo a tua volta me
con quel poco,
che nel mio piccol era Tanto:
era Tutto.

Non m’hai più sostenuto
quando più bisogno ne ho avuto
e di brutto son caduto.
Non m’hai più nemmeno detto
«A domani!»,
non m’hai nemmeno detto
«A mai più...»,
anche se realizzato ho oramai
ch’è quello il concetto tra noi.
O forse no: non più noi...

Questo fa male,
c’è modo e modo
ma quest’è una ferita.
E le ferite non vogliono...
non vogliono ragion sentire:
mal fanno e basta.

Mal mi fai,
ed ancor più mal mi fa pensare
ch’il mal mi fai più grande
con la tua’ssenza
dop’avermi fatto il Ben più grande
con la tua Presenza...
Una persona strategica Tu eri,
sempre la sarai
perch’i ruol relativi sono
e per me significavi
Tutto.

Alla faccia di tal negatività,
a mal volerti io non riesco.
Ancor a credere non riesco
che non ci sei più,
che mai più ti rivedrò.
Ancor a credere non riesco
che più t’abbraccerò,
che mai più m’abbraccerai.

Eri per me la vita,
la Vita allo stato puro,
ed or è come se
m’avesse abbandonato,
perché l’hai fatto Tu.
Te lo dico nei miei Sogni,
a Te bisbigliando nell’orecchio,
e dunque senza entusiasmo,
perché non c’è più la Realtà
dove la Principessa
eri Tu:
«A domani...»


Poesia scritta il 5 settembre 2014

domenica 19 aprile 2015

S'eri Tu - L'abbaglio




Un abbaglio,
mentr’io reduce sono
dal tentativo ennesimo
di scacciare ‘sto dolore
ch’agonizzar mi fa
nell’impossibilità
di con Te risolverlo:
un abbaglio che,
risvegliando i Dolci Ricordi tuoi,
immediatamente a Te mi riporta...

Questo fato è strano assai,
a Te sempre mi riporta
s’io d’allontanarmi tento
anche sol un poco,
ma manco mi permette mai
d’averti tra le braccia mie
o farti mia,
unico Desiderio mio,
d’allontanarmi non mi permette mai
ma manco d’a Te avvicinarmi.

E mi chiedo
s’eri Tu,
la guida e la sagoma ed il color
dell’auto eran i medesimi tuoi:
la strada no,
tra tutte quelle strade
che tutte a Te conducono,
e per questo lì io ero in quel momento,
tra tutti gl’infiniti momenti,
mentre Tu passavi.

S’eri Tu.

Ma io contento sono
d’essere lì stato
in quel preciso istante,
com’in quegli Attimi Fuggenti
in cui viverti potevo
e respirarti fin dentro i polmoni miei,
fiero non sarei
di dimenticarti anche sol un poco:
non ce la farei
ch’inculcata Tu sei dentro me.

E di cor io spero fossi Tu
ch’abbagliato m’hai con i fari tuoi
mentr’io lo svincolo prendevo
ed ancor superando Tu mi stavi
come quella volta,
s’eri Tu,
ma fatta non ce l’hai:
sol viaggiar accanto a me Tu puoi,
star davanti o dietro Te non posso
ma sol accanto a Te.


Poesia scritta il 18 aprile 2015

sabato 18 aprile 2015

("Voglia favorire patente e libretto!")




Quand’in giro vado
e quand’in giro vedo
il model dell’auto tua,
mi sembra di rivedere Te
e quel Benessere m’assale
che mi prendeva al vedere Te,
al saper che c’eri Tu nel mondo.

Che bella!”, mi dico sempre
al veder costei, quest’auto
ch’ho io associato a Te:
che Bella lei, mi dico,
ripensando a Te,
che belle voi.
Che Bella Te.

E vorrei tornar indietro
e retromarcia subito fare,
come quell’illegittima sera,
ed aspettare Te come le volte
in cui poi Tu in ritardo arrivavi,
era spesso ma ben così m’andava,
e io stavo a sognare, ad aspettare Te.

Mi domandavo se qualcuno Tu avessi capottato,
mi chiedevo s’allo stop t’avessero fermata
(“Voglia favorire patente e libretto!”)
per la tua guida assai spericolata
ma ch’io assai amavo perché
multa o no, veniva da Te,
ch’io davvero Amavo.

Allor Tu arrivavi con la tua auto
e subito mi prendeva il batticuore,
che belle voi, e io cercavo il tuo Viso,
al finestrino guardavo Te, che Bella Te,
e da lontano ti salutavo con la mia mano
e poi avvicinandomi ti lasciavi abbracciare
e io dolcemente ti davo un bacio o anche due.

Quello era aspettarti, quello era viverti,
quello era un vivere ch’era autentico
perché valeva la pena aspettare Te
per Tutto ciò ch’allor Tu mi davi:
forse per Te era poco o nulla
ma per me era il Mondo.
Il mio Mondo eri Tu.

Che bella lei.
Che belle voi.
Che Bella Te.


Poesia scritta il 6 novembre 2014

martedì 14 aprile 2015

La rete




Vorrei volare,
volare via,
tornar indietro
da dove son venuto,
planar in alto
sognando ad occhi aperti,
inabissarmi
sul mar colando a picco.

Tornar indietro
per correggere gli sbagli,
nel futuro proiettarmi
per non tradir i patti,
viver il presente
per sognar ad occhi aperti,
aprir le ali
per sentir la libertà.

Ma mi sento in una rete,
una rete che m’intrappola,
in cerca di rapporti sobri,
di rapporti sobri che non trovo,
incapace d’amar di nuovo
o fors’al passato ancor legato
perché, in fondo,
dulcis in fundo ancora T’amo.

E sono qui, privo di ali,
a canalizzar il Sentir mio,
avanti andando
con piedi di piombo:
mi sento un masso,
un masso in una rete
perché Tu non ci sei,
non sei qui accanto a me.

Ed ho la libertà
e della scelta l’imbarazzo
ma non me n’accontento
ed ogni giorno me ne privo
da solo:
perché la mia libertà
ha una condizione
che non c’è.

Come Te.


Poesia scritta il 28 dicembre 2014

domenica 12 aprile 2015

Migliore




«Come stai?»,
ti chiedevo,
e Tu che mi guardavi,
e poi mi sorridevi...

Forse la prima volta era
che lo chiedevo con tal intensità,
o forse non la era:
stata la sarebbe.

Ero introverso
ma Tu mi facevi essere diverso,
migliore,
e diventavo estroverso,

della nostra Diversità
Prezioso Dono facendo
e prendendoti da esempio
da seguir e pur d’amare.

«Come stai?»,
anche Tu poi mi chiedevi,
Disponibil e Gentile,
ed a meno non potevo fare

di volerti ed a me stringerti,
d’abbracciarti intensamente
e dirti che Ben io stavo,
alla Grande.

Ma fatto non t’ho
fors’abbastanza capir
ch’alla Grande stavo
perché c’eri Tu,

anche se quest’effetto
Tu mi chiedevi
se davvero mi facessi,
e ti stupivi agli occhi miei.

«Come stai?»,
vorrei Tu mi chiedessi ancora,
adesso ed ora
e sempr’ancora:

«Sto male
senza Te,
mi manca la Vita mia»,
ti risponderei.

E forse capiresti che, sì,
quest’effetto Tu mi fai,
voglio ancor chiederti
ogni giorno:

«Come stai?»


Poesia scritta l'11 aprile 2015