Un
niente a me bastava
per star ben insieme a
Te,
un niente ora mi basta
per star male
senza Te.
E mi chiedo che t’ho
fatto
per quest’odio
meritare,
sbollendo con il tempo
si riallaccian i
rapporti,
i rancori
accantonando:
si risolvono le liti,
si rinsaldano i
pensieri
ma sembra Tu non
riesca
a perdonare me
d’amarti
di Ben e d’Amore,
di Pace.
Frustrante è
constatare
che meno solidi
rapporti
di quel che noi
avevamo
riallacciati poi si
sono,
mentre noi...
noi nemmeno più
abbracciati ci
risiamo,
tantomeno salutati,
nemmeno più parlati
o negli occhi più
guardati.
Il corpo e l’anima
t’ho dato,
Tu lo sai, solamente
Tu,
e fors’anch’è
stato vano
se rancor io ottengo
dopo Tutto averti
dato.
Non è
com’a quattr’occhi
aver deciso
di non vederci più,
non è
com’esser ivi giunti
insieme decidendo:
convinto io avrei Te
a restar accanto a me
o Tu convinto avresti
me
a lasciarti andare
via,
mentr’invece
d’accettar è la
costrizione
d’un malinteso il
frutto.
E io ne risento,
della tua’ssenza
oltremodo io risento,
e tutto questo sol
perché
la tua Magica Presenza
era il mio Mondo
di Ben e d’Amore,
di Pace,
senz’il qual, per
me,
Vita più non c’è.
Poesia
scritta il 27 aprile 2015

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