martedì 28 luglio 2015

Tempo




Tempo,
ch’inesorabile passi
ma non passi nemmeno...
Che rallenti
quando non sei lieto
ed acceleri in gioia ed allegria...

Tempo,
la tua ombra s’allunga alle mie spalle,
mentre, davanti, un orizzonte infinito
riscatta la tua intrepida maestà...

Tempo,
non so fin dove ti spingerai
ma oggi è un giorno triste
perché Tu passi
ma non passi
mai e poi mai...

Prendimi su con te
ed andiamo in sincronia:
sincronizzati con me
e col mio respiro lì per te...


Poesia scritta il 28 agosto 2014

sabato 25 luglio 2015

Fosti Tu il mio Natale




Questo Natal
non sarà per me una festa:
il mio sorriso ho io smarrito
allorché ho smarrito Te.

Questo Natal
di Gesù sarà la festa:
l’anno scorso, sì, Tu c’eri,
tutto l’anno Tu fosti la mia festa.

Fosti Tu.

Allor sì ch’era Natal,
fosti Tu il mio Natale
con tanto d’albero di festa
con addobbato il tuo colore

per potertelo mostrare
e farti rallegrare:
ogni qualvolta ti vedevo
era sempr’un dì di festa.

Lo scorso Natal
Tu c’eri e fosti il mio Natale
anche se non ci vedemmo
e saltò quel dì di festa:

a Parigi non andammo,
alle terme poi nemmeno
ma lo stesso poi fu festa
perché Tu c’eri, c’eravamo.

Di Babbo Natal io ti lasciai
paraorecchie ed il berretto
ed i cerini a pupazzetto
per la Gioia d’ambedue

e così l’albero io feci
ed a Te un regalo con il cor:
quei gioielli di tessuto
ch’apprezzasti assai di cor.

Ma nessun albero
quest’anno io farò:
troppa tristezza nel mio cor
e far festa io non vo.

Sol addobbi,
la ghirlanda ed il presepe
come quei che ti donai,
sperando che pur Tu mi penserai.

Ma è la Speranza fragil assai
come codesto mio Natal
senza Te,
senza l’allegria che mi portavi Te.

Questo Natal
di Gesù sarà la festa:
non sarai pur il mio Natale
ma di Te scalderò il cor.


Poesia scritta l'8 dicembre 2014

giovedì 23 luglio 2015

Sogni nella notte




Scende il buio,
scende la notte
e io mi sento nel mio mondo,
quello del silenzio
e degl’irrealizzati
e nostalgici sogni miei:
o, meglio, degl’incubi
che m’assillano e che,
senza Te,
chissà quando finiranno.

Di sogni ne ho tanti,
il mio cassetto ne è pieno,
ma sembran tutti destinati
definitivamente
a non uscirvi più:
ed intanto il silenzio della notte
copre le mie giornate,
sperando che presto
si mettano a cantar
l’Inno alla Vita.


Poesia scritta il 15 agosto 2014

martedì 21 luglio 2015

A volte non è mai abbastanza




A volte non è mai abbastanza:
puoi con tutto te stesso darti da fare
ed investire le tue risorse migliori,
puoi mettercela tutta
ed ogni tuo sforzo dispiegare
anche con la spontaneità più totale,
puoi con tutto te stesso lottare
e fino in fondo impegnarti
ma a volte, è triste a dirsi,
non è mai abbastanza.

A volte non è mai abbastanza,
quando tutta ce la metti
ed ugualmente non riesci,
quando tutta ce la metti
e ch’ogni sforzo sembra sia vano,
quando tutta ce la metti
e non capisci se, per riuscire,
hai fatto abbastanza oppure no:
perché, ammettiamolo,
a volte non è mai abbastanza.

Dove finisce l’insufficienza,
dove inizia la sufficienza?
Dove finisce la sufficienza,
dove inizia l’abbondanza?
Come può non esser abbastanza
quando spontaneamente
impegnato ti sei fino alla mattanza?
Qual è la linea di demarcazione
tra luce e buio,
tra giorno e notte?

Ti alzi presto
a guardar all’orizzonte
il sorgere del sole sul mare,
il sole non c’è ancora ma c’è già luce,
il sole non c’è ancora ma non è più buio:
notte o giorno?
Guardi il tramonto all’orizzonte opposto
ed il sole s’è nascosto
ma la luce è ancora lì:
giorno o notte?

Non ho capito ancora
perché a volte, senza volere,
non è mai abbastanza
nemmeno in abbondanza
e sfidando la mattanza
anch’in lontananza:
senza mezzi termini
né mezze misure,
a volte, semplicemente,
non è mai abbastanza.


Poesia scritta il 3 settembre 2014

giovedì 16 luglio 2015

Incondizionatamente - La culla




Me lo dicevi,
avevi tanti pretendenti,
tutti’n fila fin al duomo:
dimenticato Tu m’avrai,
quest’il mio timore.

Rifatta ti sarai una vita
di me senza tener conto:
un po’ brucia, fa male ma,
se così fosse,
lieto ne sarei per Te.

E poi mi piace pensare
che possa non esser così,
che sia io a poter sbagliare
quando potuto non ho
far a meno d’a Te pensare.

E, se Tu sapessi che non esiste
ch’io possa dimenticarti,
scinderti dal mio cuore,
forse stupita rimarresti
di siffatta mia Tanta Dedizione.

A me questo Sentimento
spaventa, mi fa paura
per la sua profondità,
perché Più Grande è di me,
che da sol non sono nessuno,

anche se ciecamente mi ci affido
perché mi culla,
dolcemente,
come le onde del mare,
dando un senso al Sentir mio.

E voluto avrei cullare Te,
mia Signora e mia Bambina,
se sol Tu fossi stata
un pochino più morbida con me,
senza quella rigidità che m’ha ferito.

Eppur questa Dedizione
basta a suggerirmi che so Amare
come Tu forse non sai fare,
forse trascurando me stesso
ma di sicuro con tutto il mio cuore:

incondizionatamente.


Poesia scritta il 28 dicembre 2014

mercoledì 1 luglio 2015

Travisarmi




Regna il dolor
ma non c’entra il dottor:
si tratta d’Amor,
non è stato un error.

Errar Tu puoi
sol se volente o nolente
scegli o mal agisci:
nul di ciò ho io fatto.

L’attenzione per comunicar
che necessito di dar
e di ricevere mi plasma nel mio essere,
nel mio di non udente carattere.

Frainteso hai
l’attenzione mia,
per qualcos’altro
facendola passar:

pretesa non era,
malvagità non era,
una colpa nemmeno
ma disagio.

Non era una pretesa.

Se per comunicar
attenzione devi metterci,
essa è innata,
la necessiti

per dir ed ascoltar:
io con gli occhi sento
e propensa esser devi
a me ripetere, farti capir.

Non chiedevo la Luna
a Te ch’il Sole sei,
ma Tu
spontaneamente me la davi,

un’attenzione Tu mi davi
senza eguali:
e con me comunicavi grandemente,
ci sapevi fare

e col blocchetto
e col cellulare
e scandendo
meglio e ripetendo.

L’attenzione tua non pretendevo,
ne usufruivo, Gioivo,
non ti chiedevo
nul che non potessi darmi.

Ed indesiderata
l’hai Tu classificata,
mentre sempre m’accettavi,
ti mostravi alla mia altezza, io alla tua.

Non era una pretesa.

E capito Tu non l’hai,
punendo me col tuo distacco,
obbligandomi a rimetterci e soffrir
quando scelta non ho avuto:

non così Te,
accecata d’odio
e rancor verso di me,
per aver lottato io per Te.

Bastato non t’è illudermi,
farmi di Te Innamorar,
mal farmi star
per un Abbraccio non più datomi,

in alto farmi volar
ed il firmamento toccar
ed infine insultarmi
dopo Tutto Quanto t’ho dato...

Bastato non t’è
esser Qualcuno
d’Importante ed Essenziale
per me.


Poesia scritta il I luglio 2015