mercoledì 30 aprile 2014

Serendipity




Ricordi Tu il film
ch’ insieme guardato avevamo,
Serendipity”,
che di fortuite coincidenze parlava
dal destino dettate?

Era solo un film,
Serendipity”,
ma ch’ogni tanto
riconosciamo
le fortuite circostanze
si realizzan pur nella realtà
come nel film
Serendipity”.
È come vincer la lotteria
e so quanto ti piacerebbe!
Succede od anche l’evidenza Tu rinneghi?!?

Che Tu m’incolpi io so
della situazion da Te subìta,
sappi ch’ho io riconosciuto
molte coincidenze
nel mio “apparir”
durante codesta situazione.
Normal io trovo
che la responsabilità e la colpa
Tu me n’attribuisca,
sempre fuori io “saltavo”
nel posto sbagliato
al momento sbagliato:
è un mio difetto
ed or Tu lo sai che di difetti io son pieno.

Ma pensato non hai mai
che trattarsi potesse
di fortuite coincidenze come nel film
Serendipity”?

Serendipity”:
che ci guardassimo era destino
un film sul destino
ch’in faccia
sputato m’avrebbe.

Ricordo ancor
la tua stretta alla mano
ed il tuo serrarti a me
in una scena di
Serendipity”
che ti commuoveva
e che fosse realtà
Tu avresti voluto.

È la tua occasione:
rendila tal!


Poesia scritta il 18 aprile 2014

La medaglia




Ricordi quel concetto
di Complementar Diversità
ch’affermandoti io andavo
in ogni dove, in ogni quando?
Un predicatore io non sono
ma forse solo la
metà d’una medaglia.

L’altra metà sei Tu:
senza Te,
tristemente
io mi sento la
metà d’una persona intera.

Siamo, se me lo concedi,
le due facce opposte
della stessa medaglia:
Tu estroversa, io introverso;
Tu mondana, io riservato;
Tu moderna, io romantico;
Tu semplice, io complicato;
Tu frenetica, io calmo.

Ma non c’è introversione senza estroversione
né riservatezza senza mondanità,
non c’è romanticismo senza modernità
né complicazione senza semplicità
né calma senza frenesia.

L’estroversione e la mondanità,
la modernità, la semplicità e la frenesia
me le hai inculcate dentro, col cemento.
Non posso più farne a meno,
non dopo averti conosciuta,
ma mi manca il mio riferimento.

Permesso m’hai di cambiare
ma non basta,
non è tutto:
reso m’hai migliore.
Aspettarmelo dovevo io da Te:
Grazie per questo.


Poesia scritta il 2 marzo 2014

martedì 29 aprile 2014

Scusa se...



Scusa se
talvolta ho io ecceduto
e con i regali e con i fiori,
con la mia “imbranatezza”
e col ripetere sempre
gli stessi miei errori,
col farti ripetere
per minor attenzione
e non sol per non percezione,
col mio incauto accanimento
per a distanza comunicar
senza parlare.

Riconosciuto
ed imparato io l’ho
dagli stessi miei errori:
se me lo permetterai,
più non accadrà.
Scusa.


Poesia scritta il 23 marzo 2014

Il meglio di me




Lo so che talvolta
ti son parso imbranato,
ma imbranato tanto.
A darti io miravo
il meglio di me
(non era quello!)
e non badavo
a certi particolari
ch’a Te all’occhio saltavano.

O alla caviglia,
come quella volta!!!

Scusa per tutti gli sfioramenti
ch’involontariamente t’ho causato
in mosse assurde contorcendomi
degne d’un robot!
Più delicato io sarò d’ora in poi,
se me l’permetterai,
com’un vaso ti maneggerò
di porcellana raffinata:
più attento a me, com’a Te, io sarò,
più saldo e sicuro di me.

Così facendo,
mostrato io non t’ebbi
la mia fragilità,
ch’involontariamente
addosso t’è saltata
al primo intoppo:
non accusarmene,
una colpa non è né un peccato,
umani siamo
e non lo dico a mia discolpa.
Ho sbagliato,
ma quale Uomo sarei stato
s’il meglio di me
non t’avessi dato?

S’è concesso un solo sbaglio
o tantomeno quello,
s’unica sei al mondo
una sola chance non basta
per agli errori provvedere:
e questo è quant’è stato.

La rarità di quei Momenti,
l’ansia di vederti,
la voglia d’il meglio esser e darti
la volontà ed il piacere
d’in ogni tuo desiderio soddisfarti:
riconosco ch’ho sbagliato ma,
se diversamente avessi fatto,
in me io non sarei stato.

Invece,
quasi come diceva quel biglietto,
io ero veramente Uomo
sol insieme a Te.


Poesia scritta il 22 marzo 2014

Mea culpa




Non lo dico a mia discolpa,
riconosco le mie colpe,
prima d’esse tra tutte
quella di tenere tanto a Te.

Non lo dico a mia discolpa,
riconosco la mia colpa
d’aver voluto veder chiaro,
perché a Te ci tengo tanto.

Non lo dico a mia discolpa,
riconosco la mia colpa
d’aver parlato sempre troppo
e al momento inopportuno.

Non lo dico a mia discolpa,
riconosco la mia colpa
d’aver ove Tu fossi voluto saper,
nel tuo silenzio

quant’è successo prevedevo.
Non lo dico a mia discolpa,
riconosco la mia colpa
di non essere

scomparso come Te.

Non lo dico a mia discolpa,
riconosco la mia colpa
troppo gentil d’essere stato,
fin a farti di me diffidar.

Non lo dico a mia discolpa,
riconosco la mia colpa
d’averti sempre voluto dare
di me del meglio il meglio,

spaventandoti e ad allontanarti
inducendoti
allorché la mia fragilità
a galla è venuta.

Non lo dico a mia discolpa,
riconosco la mia colpa
capace di non essere stato
di tenerti strett’a me,

nel nome della tua Libertà.
Perché no,
della tua Libertà
io mai ti priverei,

nemmen con un rapporto
di prima
più confidenzial
e meno lascivo.

E, mentre mi vedi Tu negativo,
io sper che Tu non stia
troppo soffrendo per la vicenda
che da me credi causata

e d’esser diplomatico io cerco
in queste righe manifestandoti
il mio per Te sofferente Sentir:
chissà s’a Te arriverà...

Non lo dico a mia discolpa,
riconosco le mie colpe,
ma sol una cosa io ti chiedo:
rancor non mi portar.

Perché la mia fragilità,
che la tua sofferenza
temevo avesse causato,
rivelarsi potrebbe la tua Libertà

e la tua Felicità,
in una parola la tua Forza,
quando capirai
ch’i ruol tra noi non ho io evaso:

non più di Te.


Poesia scritta il 19 aprile 2014

lunedì 28 aprile 2014

A casa mia




Un anno fa,
per il mio compleanno,
venisti a casa mia.
Un anno fa,
in questo momento,
t’ospitavo in casa mia.
Qual Gioia mi lasciasti,
una Gioia che quest’anno m’è
mancata.

Non sapevo se crederci
ma ci ho sperato, t’ho aspettata
ed i tappeti ho io “steso”
per il tuo eventual arrivo.
Ho pulito, ho lavato,
nei lavori di casa mi sono cimentato.
Bello mi son fatto.
Invano.

S’ad ottener stabilità
non riesci mai
nella tua vita che non decolla,
o se decolla e poi atterra,
o se decolla e poi le montagne russe essa fa,
è arduo pulire per se stessi
(a meno d’essere un ossesso della pulizia),
è impegnativo cucinare per se stessi
(a meno d’essere uno chef nato),
è privo di senso spaccarsi la schiena
per far bella una casa
che non ospiterà
l’anima più chic.

Per questo mi “servi” qui:
per darmene la voglia,
per darmene il piacere,
per darmi la voglia ed il piacere
di pulir e cucinare,
di pulir e di lavare,
di stender e stirare,
d’il meglio preparare
per festeggiar insieme a Te.

Un piacer Tu sei
ma pur per me un dovere,
perché dover io sento verso Te,
doveri di cui malamente Tu mi privi.

Chissà se sol questa volta
non sei venuta qui,
privandomi della mia festa,
o se destinata sei
a non venire più...
Chissà se sol questa volta
la mia Speranza è stata vana
o se torneremo a frequentarci
come quando Vivo mi facevi Tu sentir...
Chissà se rivedere io potrò
quel tuo Bellissimo Sorriso
ed il tuo Stupendo Viso,
i tuoi Meravigliosi Occhi Dolci...
Ed intanto il mio cuore sanguina
perché eri la mia Gioia
ed ancor vorrei che Tu la fossi
mentre non ci sei.

Il Ricordo io conservo
del tuo primo e spero non ultimo
piede qui,
gelosamente
io lo custodisco nella mia mente,
anche se, oltre a Te,
nessun c’era
che “soffiarmelo” potesse,
nemmeno il mio gatto.
Ricordi la scarpetta verde?!?

A prender la pizza gigante noi andammo,
Melino” e “Tre signori”,
la torta ci mangiammo
(te la ricordi?)
che sciolta s’era innanzi a Te!!!
Per onorarti dei fior ti regalai
Perché il mio regalo eri Tu.
E quella postazione sul divano,
(te la ricordi?),
nessun l’ha più toccata,
nemmeno io:
sarò sincero, sol una volta!!!
Perché mi mancavi.

Lo vedi ch’il mio divano
è troppo grande per me?
Lo vedi che questa Speranza,
seppur Enorme,
è comunque poca cosa
in confronto a Te?

E io ti penso,
mi chiedo cosa fai,
se ti ricordi io mi chiedo
ch’oggi compiuto ho gli anni,
tanto gli auguri Tu non me li hai fatti.
Mi chiedo se Tu mi stia pensando,
se ti ricordi del mio compleanno,
mi chiedo come sia questo pensier, se c’è,
piacevol, indifferente, sofferente
o pieno d’ingiustificato rancor per me.
Che Dio non voglia…

Casa mia non ti piaceva,
eppur si dice che
non importa dove sei
ma con chi stai.
E mi rattristo
ed il mio cuore sanguina
perché eri la mia Gioia
ed ancor vorrei che Tu la fossi
mentre non ci sei.
E piove,
come quasi tutte le volte
in cui ci vedevamo:
e, se non pioveva, nevicava,
ma il Raggio di Sol eri sempre Tu.
Come ora.

Torna a casa mia.


Poesia scritta il 28 aprile 2014

La Principessa




Quel giorno c’era il Sole:
con la torta ed un biglietto io arrivai
e Tu lo leggesti.

Dove fossi arrivata
con la lettura
io ti chiesi,
per natura
non so mai esser breve:
oh qual difetto!!!
E Tu me l’indicasti,
eri alla fine,
e pronunciasti:«Buon onomastico,
Principessa Raggio di Sole!»
Ricordi?

Fu allor ch’in testa io ti misi
una coroncina degna d’una Principessa
e Tu diventasti rossa
com’a tomato,
tanto che mi preoccupai
della mia abilità a consolare
una Principessa piangente.

La tua era commozione
e mi davi del pazzo
ma io lo sentivo
che Tu eri contenta.

D’allor sempre vidi,
a casa tua,
quella coroncina sul mobile.

Passò del tempo...

Come se non bastasse,
il tuo onomastico era:
con i fiori ed un biglietto io arrivai
e Tu lo leggesti.

Colpita rimanesti
di trovarti tra le Mani
uno scettro da Principessa.

E sorridesti,
un bel gioco sembrava,
un gioco così innocente
ma un gioco importante:
un gioco consistente
nell’onorare Te.

D’allor sempre vidi,
a casa tua,
quello scettro accanto alla coroncina sul mobile.

Ma, guardandoti
con gli occhi della mente,
ch’ancor ti manca qualcosa io constato,
impedito m’hai di sorprenderti ancora.
Se curiosa sei di saper di che si tratti,
allor a cercarmi datti da fare,
altrimenti lascia stare!

Il titolo di Principessa Raggio di Sole
Tu perderesti ma,
senza peccar di presunzione,
t’avevo detto o no
di tenermi stretto a Te
ch’uno come me
non lo ritrovi?!?


Poesia scritta il 13 aprile 2014