Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
le mie colpe,
prima
d’esse tra tutte
quella
di tenere tanto a Te.
Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
la mia colpa
d’aver
voluto veder chiaro,
perché
a Te ci tengo tanto.
Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
la mia colpa
d’aver
parlato sempre troppo
e
al momento inopportuno.
Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
la mia colpa
d’aver
ove Tu fossi voluto saper,
nel
tuo silenzio
quant’è
successo prevedevo.
Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
la mia colpa
di
non essere
scomparso
come Te.
Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
la mia colpa
troppo
gentil d’essere stato,
fin
a farti di me diffidar.
Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
la mia colpa
d’averti
sempre voluto dare
di
me del meglio il meglio,
spaventandoti
e ad allontanarti
inducendoti
allorché
la mia fragilità
a
galla è venuta.
Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
la mia colpa
capace
di non essere stato
di
tenerti strett’a me,
nel
nome della tua Libertà.
Perché
no,
della
tua Libertà
io
mai ti priverei,
nemmen
con un rapporto
di
prima
più
confidenzial
e
meno lascivo.
E,
mentre mi vedi Tu negativo,
io
sper che Tu non stia
troppo
soffrendo per la vicenda
che
da me credi causata
e
d’esser diplomatico io cerco
in
queste righe manifestandoti
il
mio per Te sofferente Sentir:
chissà
s’a Te arriverà...
Non
lo dico a mia discolpa,
riconosco
le mie colpe,
ma
sol una cosa io ti chiedo:
rancor
non mi portar.
Perché
la mia fragilità,
che
la tua sofferenza
temevo
avesse causato,
rivelarsi
potrebbe la tua Libertà
e
la tua Felicità,
in
una parola la tua Forza,
quando
capirai
ch’i
ruol tra noi non ho io evaso:
non
più di Te.
Poesia
scritta il 19 aprile 2014

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