lunedì 28 aprile 2014

Twenty-eight




Il ventotto sono nato,
a trentun anni son rinato:
era il ventotto.
Il ventotto sono morto,
quand’ho smesso
di vederti.

Molto male sono stato,
male male da morire,
ed infatti sono morto,
perch’il troppo al tropp’è troppo
e si muore dal didentro
com’un fiore ch’appassisce.

Il ventisette ti conobbi,
era l’anniversario di mia Nonna,
che soffrì tant’in vita sua,
e pensando alla Bellezza
del rapporto umano tuo, mi dicevo:
«È mia Nonna che mi protegge da Lassù!»

Certo sono che mia Nonna
sia volata in Paradiso
ché la sua pena di dolore
scontata l’ebb’in questa vita.
Per questo io convinto sono
che chi soffra in questa vita

dritto voli’n Paradiso.

Andar io ci volevo, Lassù,
mi sembrava l’inferno quaggiù:
il fondo ho io toccato e,
in una notte buia,
per risalir e raggiungere Te
son rinato.

Quest’è la triste storia
ch’il ciclo della vita descrive:
si nasce, si vive, si muore ma,
s’un senso alla vita non si da’,
già ch’il Paradiso è affollato.
non ci sarà per noi posto Lassù.

Io un senso ce l’avevo,
ancor dir posso che ce l’ho
e penso ch’ancor per molto ce l’avrò:
sei Tu.


Poesia scritta il 28 aprile 2014

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