sabato 18 aprile 2015

("Voglia favorire patente e libretto!")




Quand’in giro vado
e quand’in giro vedo
il model dell’auto tua,
mi sembra di rivedere Te
e quel Benessere m’assale
che mi prendeva al vedere Te,
al saper che c’eri Tu nel mondo.

Che bella!”, mi dico sempre
al veder costei, quest’auto
ch’ho io associato a Te:
che Bella lei, mi dico,
ripensando a Te,
che belle voi.
Che Bella Te.

E vorrei tornar indietro
e retromarcia subito fare,
come quell’illegittima sera,
ed aspettare Te come le volte
in cui poi Tu in ritardo arrivavi,
era spesso ma ben così m’andava,
e io stavo a sognare, ad aspettare Te.

Mi domandavo se qualcuno Tu avessi capottato,
mi chiedevo s’allo stop t’avessero fermata
(“Voglia favorire patente e libretto!”)
per la tua guida assai spericolata
ma ch’io assai amavo perché
multa o no, veniva da Te,
ch’io davvero Amavo.

Allor Tu arrivavi con la tua auto
e subito mi prendeva il batticuore,
che belle voi, e io cercavo il tuo Viso,
al finestrino guardavo Te, che Bella Te,
e da lontano ti salutavo con la mia mano
e poi avvicinandomi ti lasciavi abbracciare
e io dolcemente ti davo un bacio o anche due.

Quello era aspettarti, quello era viverti,
quello era un vivere ch’era autentico
perché valeva la pena aspettare Te
per Tutto ciò ch’allor Tu mi davi:
forse per Te era poco o nulla
ma per me era il Mondo.
Il mio Mondo eri Tu.

Che bella lei.
Che belle voi.
Che Bella Te.


Poesia scritta il 6 novembre 2014

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