Cinquantun
poesie per Te,
dedicate
tutte quante a Te:
mai
e poi mai dovuto avresti
augurarmi
Tu non già cinquanta
ma
cinquecento giorni d’ospedal.
Però
ch’eri arrabbiata io capisco:
umiliato
e non poco Tu m’avevi
ma
oramai è acqua passata.
Cinquantun
poesie per Te
dopo
i miei cinquanta giorni,
tutti’n
ospedal da Te lontano:
non
d’una sol parola avevo io bisogno
ma
d’un sol Abbraccio, che valso sarebbe
più
di mille parol e che m’avevi negato.
Ora
con queste poesie li ho superati,
dir
posso d’essermi salvato.
Cinquantun
poesie per Te,
tre
volte diciassette, seventeen,
tre
volte “ho vissuto”, “VIXI”,
dunque
tre volte son io morto:
prima
di Te e di conoscerti,
con
Te quella sera
e
senza Te.
Ed
ora?
Cinquantun
poesie per Te,
ch’io
non so s’apprezzerai.
Temo,
lo sai?, ma a me basta
Tu
sappia quanto per me vali.
Mi
basta Tu sappia quelle cose
e
m’assoggetterò poi al tuo voler:
al
nostro frequentarci nuovamente,
se
capirai, come pur al tuo non esserci silente.
Ho
paura, sai?
Paura
ho io assai
perché
a Te ci tengo
e
temo di perderti davvero.
E
paura ho assai anche perché
con
Te ce l’ho io sempre messa tutta:
sarebbe
brutto dimostrarmi cattiveria ma,
s’il
lieto fine sceglierai, ti chiedo solamente
di
far tuo quel tesor astratto
(quel
tangibil è tutto tuo,
che
ti piaccia spero tanto)
perché
Tu stessa ci credi
e
non per mesolamente.
Molto
Bene io Ti Voglio,
questo
forse Tu non lo capisci,
e
davver io in Te credo:
non
deludermi,
senza
pregarti
ardentemente
te
lo chiedo.
O
pregarti devo?!?
Poesia
scritta il 25 maggio 2014
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