Ciò
che fai Tu non sei,
sei
ciò che sei
in
ogni dove, in ogni quando.
Il
ruolo che svolgi Tu non sei,
una
Persona ch’un ruolo svolge sei,
una
funzione, un compito,
scelto
da Te o meno.
Tu
scelto l’hai.
Scelto
l’hai perché ci credi,
e
io in Te credo,
nel
tuo Essere,
dunque
anche credo
nel
tuo fare,
perché
ch’ogni cosa credo
abbia
la sua ragion d’essere
più
o meno razionale.
Il
tuo modo di pensar io accetto,
mio
l’ho fatto.
Bisogno
io non ho
d’alcun
tuo “rendermi conto”,
d’alcuna
tua spiegazione o giustificazione
io
non necessito:
non
serve
perch’in
Te credo.
Esser
e fare
spesso
non vengono distinti,
quasi
si trattasse di ciel e mare.
Ma
Tu’na Persona sei,
sei,
al di là di tutto,
una
Bellissima Persona,
una
Persona ch’un ruolo svolge,
il
ruolo ch’ha scelto.
Che
c’è di male
a
pensarla così?
C’è
ch’a giudicar col fare
anziché
con l’essere
nel
pregiudizio s’incappa
ed
è il pregiudizio la rovina,
il
veleno degli uman rapporti,
dubbi
instilla e gelosia semina:
vuoi
forse Tu applicar
codesto
pregiudizio a Te Stessa?
Sei
matta?!?
Are
you mad?!?
Ricordi
ch’io ti dissi
che
Tu’na Persona sei
e
non il ruolo che rivesti
nel
compito che svolgendo stai?
Quello
un complimento era
ma
pur e soprattutto
un
eloquente pegno
di
Fiducia in Te.
Capito
Tu non l’hai
e
colto non hai la differenza,
la
sottil ma lampante differenza
tra
me ed i tanti, troppi, tutti uguali.
Da
costor io sper adesso di distinguermi,
visto
che ti rimangiasti, a mo’ di mela,
il
fatto d’essermi, sì, distinto
agli
Occhi tuoi bendati.
Nell’uovo
per caso ho io trovato
un
braccial con ciondolo a stella:
del
destino sarà un caso?
Sarà
quel braccial il mio per Te pegno
della
mia più total Fiducia in Te,
una
cieca e total Fiducia
ma
non certo ingenua,
perch’in
Te ancor io credo.
Al
di là del pregiudizio,
al
di là della gelosia.
Ne
va del futur mio
e
della Salute del cor mio,
mozzato
e sanguinante
di
tristezza e sofferenza,
d’angoscia
e di dolor,
perch’in
Te ancor io credo
più
ch’in qualunque cosa
e
di qualunque altra persona.
Al
di là di tutto
e
del dolor e dell’angoscia
che
lasciato m’hai.
Al
di là della sofferenza
e
del vuoto più total
in
me rimasto.
Al
di là d’ogni cosa,
piccola
o grossa che sia.
Ma
non al di là di Te:
infatti
nel tuo
sacrosanto
Esser inviolabile
inciampato
io sono
e,
d’allor,
più
rialzato non mi sono.
Non
ancora, perlomeno,
ma
l’ farò.
Poesia scritta il 10 maggio 2014
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