Sorriderti
era
come immergermi nel tuo Mondo
e
mi piaceva,
era
come comunicarti la mia Infinita Gioia
di
conoscer e vivere Te,
di
poterti abbracciar e stringer a me
ogni
volta, cioè sempre.
Sorriderti
era
come volare
volare
su in alto nel cielo,
io
fossi quasi un aquilone,
un
aquilone condotto da Te,
per
me forse desolatament’irraggiungibile,
ma
comunque capace di manovrare me.
Voluto
avrei condurti io, cullarti,
ma
già forse lo facevo,
farti
afferrar che sola non sei né la eri,
ancor
meno stata la saresti,
ma
in error tratto m’hai
con
le nostre
senza
termine Promesse.
Finché
smesso hai
di
tener con le tue Mani
il
fil dell’aquilone,
andato
in balìa della tempesta,
e
smarrito io mi sono
nella
galassia della tua lontananza,
disperatamente
senza nulla poter fare.
Ed
ora risento
del
Sorriso
che
più Tu non susciti in me
e
ch’io più non posso suscitar in Te
con
la Dolcezza,
la
mia barba che ti solleticava
o
la Tenerezza.
Perché
per me
la
Vita
è
sol accanto a Te,
su
quell’aquilone
ora
sciolto, senza regole
ed
allor da Te condotto,
chiamato
Felicità.
La
mia Felicità sei Tu.
Poesia
scritta il 3 maggio 2015

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