Ripercorro
quegl’Istanti con la mente
per
capir, accettar ciò che non riesco,
non
si tratta di certezze ma d’ipotesi,
e
mi trastullo di certezze che non ho.
E
proprio non capisco com’hai fatto,
in
questo mondo d’Amore rarefatto,
dove
l’Amore quello Vero sa di raro,
a
lasciarmi Tu in balìa dell’uragano.
Riuscire
io vorrei a capire com’hai fatto
a
rinunciar Tu proprio a Tutto Quanto,
dal
cor veniva Tutto Ciò ch’a Te io davo,
ciò
che mai ho dato sol e solamente a Te.
Fuori
il freddo, il buio insidiati s’erano
come
quei ch’a me poi lasciato avresti,
laddove
accanto a Te era Calor e Luce,
persi
poi senz’un comprensibile perché.
Ed
assai mi duol quel che m’hai fatto,
com’un
pattume “scaricarmi” lì per lì,
come
l’ultima cosa ch’io per Te ho fatto,
buttar
via il tuo pattume in un bidone.
Ed
il senso mi domando di tal tuo gesto,
fors’un
pian a me non detto Tu serbavi,
fors’al
tuo oblio già relegato Tu m’avevi,
e
senza più salutarci ci salutammo così:
Tu
Raggio di Sole, Regina delle stelle,
io
spazzatura, senz’averlo voluto.
E
ci separammo, nella tua frenesia,
senza
più salutarci nemmeno.
Poesia
scritta il 28 dicembre 2014
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