«Perché
tremi?»,
sorpresa
mi chiedevi,
e
io non trovavo le parole
per
spiegarti tal fenomeno
del
perché così tremavo
com’una
foglia.
«Perché
tremi?»,
preoccupata
ripetevi,
e
io frattanto invano andavo
a
cercar credibili risposte
sul
vassoio argentato
da
servirti.
E
non ne trovavo
perché
eri il mio brivido
ben
oltre le nostre attente parole,
ben
oltre quelle Sincer Effusioni,
fin
dentro all’anima mia
ed
al mio respiro.
Quando
mi guardavi
io
la tua Anima vedevo,
l’universo
intero in me sentivo
e
lo facevo mio con Te condividendolo:
mi
sentivo me stesso, lo diventavo
con
gli Occhi tuoi nei miei.
E
non capivi
l’effetto
tuo ch’in me sortivi:
con
un dito io toccavo il cielo,
tre
metri andavo io sopra il cielo,
con
Te volavo al firmamento,
e
Tu non te n’accorgevi.
E
non capivi
il
valor che per me avevi
e
ti sminuivi
quando
ti lodavo,
quasi
come s’io eccedessi,
ma
Tu sapevi che per me così non era.
Speravo
di
valer per Te qualcosa,
considerato
ciò che per Te provavo,
considerato
ciò ch’insieme vivevamo,
ma
Tu lasciata ti sei prendere la mano,
e
non da me ma da Te Stessa.
Anche
se tremavo
perché
eri il mio brivido
convinta
ti sei ch’il Bene tuo ed il mio
non
fosse lo stesso medesimo, senza capir
che
mi bastavano gli Occhi tuoi
per
esser con Te una cosa sola.
Vi
vedevo l’Anima tua,
vi
coglievo l’anima mia,
vi
avvertivo il tuo Entusiasmo
vi
sentivo l’universo intero, sentivo
l’universo
ch’io facevo mio grazie a Te
e
vivevo, sì, vivevo.
E
preferito hai
rinunciar
a Tutto Questo,
al
vedermi tremar per Te:
sì,
era per Te che tremavo,
già
da me tremavo, lo vedevi,
perché
eri il mio brivido.
«Perché
tremi?»,
Tu
mi chiedesti, allora,
e
io finalmente una risposta
scavando
dentro me trovai
e
ch’era l’emozione, ti dissi,
che
Tu susciti’n me.
Poesia
scritta il 18 novembre 2014
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