sabato 28 marzo 2015

Perché eri il mio brivido




«Perché tremi?»,
sorpresa mi chiedevi,
e io non trovavo le parole
per spiegarti tal fenomeno
del perché così tremavo
com’una foglia.

«Perché tremi?»,
preoccupata ripetevi,
e io frattanto invano andavo
a cercar credibili risposte
sul vassoio argentato
da servirti.

E non ne trovavo
perché eri il mio brivido
ben oltre le nostre attente parole,
ben oltre quelle Sincer Effusioni,
fin dentro all’anima mia
ed al mio respiro.

Quando mi guardavi
io la tua Anima vedevo,
l’universo intero in me sentivo
e lo facevo mio con Te condividendolo:
mi sentivo me stesso, lo diventavo
con gli Occhi tuoi nei miei.

E non capivi
l’effetto tuo ch’in me sortivi:
con un dito io toccavo il cielo,
tre metri andavo io sopra il cielo,
con Te volavo al firmamento,
e Tu non te n’accorgevi.

E non capivi
il valor che per me avevi
e ti sminuivi
quando ti lodavo,
quasi come s’io eccedessi,
ma Tu sapevi che per me così non era.

Speravo
di valer per Te qualcosa,
considerato ciò che per Te provavo,
considerato ciò ch’insieme vivevamo,
ma Tu lasciata ti sei prendere la mano,
e non da me ma da Te Stessa.

Anche se tremavo
perché eri il mio brivido
convinta ti sei ch’il Bene tuo ed il mio
non fosse lo stesso medesimo, senza capir
che mi bastavano gli Occhi tuoi
per esser con Te una cosa sola.

Vi vedevo l’Anima tua,
vi coglievo l’anima mia,
vi avvertivo il tuo Entusiasmo
vi sentivo l’universo intero, sentivo
l’universo ch’io facevo mio grazie a Te
e vivevo, sì, vivevo.

E preferito hai
rinunciar a Tutto Questo,
al vedermi tremar per Te:
sì, era per Te che tremavo,
già da me tremavo, lo vedevi,
perché eri il mio brivido.

«Perché tremi?»,
Tu mi chiedesti, allora,
e io finalmente una risposta
scavando dentro me trovai
e ch’era l’emozione, ti dissi,
che Tu susciti’n me.


Poesia scritta il 18 novembre 2014

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