domenica 29 marzo 2015

La sedia vuota




Sulla sedia dove Tu ti sedesti
quella sera del mio compleanno
per mangiar insieme la pizza
io mi siedo.

E mi sforzo di pensar a tuo modo,
di capire che cosa ti ha spinta
ad attribuirmi una colpa non mia,

a togliermi Tutto quel che mi desti,
la Felicità ch’ogni giorno mi davi,
quell’Alito contagioso di Vita,

e non capisco.
Non riesco a capir che è successo,
proprio non riesco a capirne io il senso.

E confidando non ci sia io mi consolo,
rifugiandomi in una forse vana Speranza,
cui aspiro.

La tua scomparsa è per me com’un lutto,
m’incoraggia pensar che ci sei
ma non basta.

D’immaginar come stai io mi sforzo,
di pensar ch’un errore Tu hai fatto,
ma è Speranza.

Quella sedia, quel posto lì è vuoto,
ha quella sedia l’infinito davanti
ma non ha ad ammirarlo
nessuno.

Le tue Mani tra i capelli vorrei,
le tue Mani a me addosso sul corpo,
nei miei polmoni il tuo Respiro di Vita,

quella Gioia ch’ogni giorno mi davi
io sapendo che su questa Terra Tu c’eri
e che potevo abbracciarti ogni volta.

Ed ora so ch’in Terra ci sei
ma Coscienza e Realtà prima era,
mentre Speranza e ovvietà ora è solo.

E mi rattristo a pensar ai tuoi Occhi,
a quel tuo Dolce Sorriso di Vita
che mi passavi allorché m’“inchiodavi”.

E mi chiedo di chi saranno i tuoi Occhi,
s’andata sei avanti lasciandom’indietro,
e mi rattristo.

Mi rattristo perché io qui son rimasto,
da quella lite mi son io fermato.
Fermato.

Sulla sedia dove Tu ti sedesti
quella sera del mio compleanno
per mangiar insieme la pizza
io mi risiedo.

E piango...


Poesia scritta il 4 dicembre 2014

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