martedì 1 settembre 2015

Settembre




Benarrivato, mese di settembre, benarrivato:
non ne potevo più dell’estate
e della baldoria dell’estate
e della baldoria della gente
oltremodo allegra senza esserlo
quando non ho io nulla da “fiestare”.
Benarrivato.

La felicità è dentro di noi
ma i suoi stimoli
non possono ch’esser fuori, fuori di noi,
così che noi possiamo farli nostri
e dir che la felicità è dentro, dentro di noi
perché a volte troppo orgogliosi noi siamo
per ammetter interferenze altrui.

Per ammettere che la nostra felicità
possa da altri dipendere:
eppur è così, nessun vive per sé,
legati da un filo tutti siamo,
un filo ch’in tanti modi può chiamarsi,
un filo che si chiama senso
ma ch’è pur la realtà delle cose.

Le cose belle si notano
oltremodo quando son andate perse
o quando non le si può raggiungere
o non vi si riesce per un motivo o per l’altro:
ed allor sopraggiunge la nostalgia,
la nostalgia che non va via,
la nostalgia di non averle più con sé.

La nostalgia di Momenti che non torneranno,
di Momenti pieni ed abbondanti
di Gioia ed Allegria
che facevano sì ch’ogni giorno,
ogni ripetitivo giorno
fosse una festa sempre diversa,
fosse sempr’una prima volta.

Benarrivato, oh settembre,
mese dell’autunno
e delle foglie caduche e gialle:
l’autunno lo sento dentro me
e per questo, oh settembre,
ti do il benvenuto
accanto a me.


Poesia scritta il I settembre 2014

Nessun commento:

Posta un commento