Cielo,
che piangi lacrime di pioggia,
secondo
sane leggi della natura create,
vuoi
far sentir dove malcontento alloggia
e
sfoghi Tu malumore dopo la fine dell’estate.
Sembra
quasi che si stia il pianeta ribellando
alla
sofferenza in cui versa codest’umanità
dicendoci
ch’anche lui, sì, sta soffrendo
per
il mal nel mondo, la sua caducità.
Cielo,
che piangi lacrime di pioggia,
sofferente
del venir meno di sani valori,
sembra
quasi la natura divenga più selvaggia
di
chi più non riesce a viver un mondo di colori.
Dentro
le persone rimane un grande malcontento
per
un mondo ingiusto che lascia lo sgomento.
Il
cielo così esprime la sua sentita ribellione,
la
natura piange e del mondo le persone.
Costruzioni
abusive, riscaldamento globale,
la
natura piange con una ribellione sua brutale.
Venir
meno dei valori, assenza d’un lavoro degno,
l’uomo
piange una Dignità che va in fumo come legno.
E
forse nel cor d’alcuni uomini ci son lacrime di pioggia
che
stentano ad andarsene da dove tristezza poggia.
Io
sono uno di quelli, vorrei un po’ essere felice
perché
della mia vita son io un po’ infelice.
Ed
il mio cuore, insieme al cielo,
piange
le lacrime di pioggia
e
cerca, immerso nel gelo,
dove
Speranza poggia.
Poesia
scritta il 15 novembre 2014
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